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Emozioni e musica: Taylor Swift a San Siro

Emozioni e musica: Taylor Swift a San Siro

Nuovo articolo de “I nostri allievi raccontano”, una rubrica che dà voce alle esperienze country dei nostri ballerini. Attraverso i loro racconti, scopriremo emozioni, aneddoti e avventure vissute durante eventi in tutta Italia e nel mondo. Un viaggio appassionante tra storie di amicizia, musica, ballo e divertimento, che ci permetterà di immergerci nel mondo country attraverso gli occhi dei nostri allievi. 

THE ERAS TOUR. CONCERTO DI TAYLOR SWIFT A SAN SIRO

Da grande appassionata di musica, country e non solo, ho assistito a più di 200 concerti in giro per il mondo. Tuttavia, il 14 Luglio 2024 sono stata a un concerto che è stato in grado di stupirmi: sto parlando della seconda data italiana dell’Eras Tour di Taylor Swift, il tour più virale degli ultimi anni.

Molti amici ballerini conosceranno le canzoni di questa celebre cantante per le coreografie che balliamo su “Love Story” o per le sue origini country, quando, poco più che bambina, raccontava con la chitarra dei suoi amori giovanili. Ma lei è molto di più.

Taylor Swift aveva già attirato la mia attenzione molti anni fa, quando in Italia non si sapeva nulla sul suo conto. Era il 2013 e mi trovavo negli Stati Uniti, quando scoprì che era molto difficile trovare un biglietto per il suo tour dell’epoca: tutto esaurito.

Quest’anno, con un colpo di fortuna, sono riuscita a procurarmi un biglietto per San Siro. Da quel momento, ho iniziato a documentarmi e a immergermi nel mondo della cosiddetta “Taylor Mania”.

Potrei raccontarvi subito della scaletta, dei costumi, della sua indiscutibile bravura, ma la verità è che un concerto di Taylor Swift inizia molto prima del giorno dello show. Grazie ai social network, soprattutto Instagram e TikTok, ho scoperto che la sua community, i famosi “Swifties”, si prepara per mesi all’evento.

I fan non si limitano a partecipare, sono parte integrante dei suoi concerti. Sono vestiti e truccati a tema, incarnano gli album e le canzoni preferite. Preparano dialoghi di botta e risposta con la cantante durante determinati pezzi e riescono a coordinarsi perfettamente, pur essendo tantissimi. Consideriamo che stiamo parlando poi di una discografia immensa: 11 album in studio, 4 dal vivo, 66 singoli e 50 video musicali!

Per l’occasione, e per non essere da meno, ho indossato un abito a paillettes fucsia, il mio cappello e i miei stivali country, accessori che per noi ballerini sono quasi una seconda pelle. Arrivata a San Siro, ho passato il pomeriggio a fotografare i fan impeccabilmente vestiti e a chiacchierare con ragazze venute appositamente dalla Florida e dal Texas.

Alle 18:00 i cancelli si sono aperti e l’atmosfera è cambiata. Era palpabile l’emozione di chi era riuscito ad accaparrarsi quel prezioso biglietto. Tra abbracci, scambi di braccialetti dell’amicizia – accessori coloratissimi con testi delle canzoni – e conversazioni sui nostri outfit, l’attesa si è trasformata in un momento unico di condivisione.

Poi è iniziato il countdown. Un gigantesco orologio ha fatto la sua comparsa sugli schermi e, quando Taylor ha sussurrato “It’s been a long time coming...”, un’ondata di emozione ha attraversato lo stadio. La cantante è uscita da una botola, emergendo sotto un enorme petalo di fiore, e lì è cominciata la magia.

Durante lo spettacolo nulla è stato lasciato al caso: il concerto era diviso in atti, ciascuno dedicato a un album diverso, con cambio di abiti, scenografie, ballerini e proiezioni sul palco e sui maxischermi.  Il palco si trasformava di continuo: una foresta incantata, una gigantesca chitarra, una piscina in cui Taylor “si tuffava” per poi riemergere altrove. Ogni dettaglio era curato alla perfezione, e mentre lo show avanzava, mi rendevo conto dell’immenso lavoro dietro ogni singolo momento.

Nei mesi precedenti avevo letto tantissimo per capire cosa cercasse la gente nelle sue canzoni. La risposta l’ho trovata nei suoi testi: profondi, complessi, radicati nel folk e nel country old school. Molte delle sue canzoni sono vere e proprie narrazioni, con personaggi che prendono vita; a volte sono caleidoscopiche versioni di sé stessa, altre volte racconta persone che hanno attraversato la sua vita. E poi, naturalmente, ci sono le storie d’amore.

Cantare le sue canzoni ti riporta a quel momento della vita in cui tutto sembra drammatico, intenso, eppure meraviglioso allo stesso tempo. Forse è proprio questo il segreto: la musica ha il potere di riportarci indietro a momenti che ci hanno segnato, permettendoci di riviverli e condividerli. Ci unisce, ci fa sentire parte di qualcosa di più grande.

Man mano che il concerto proseguiva, non potevo che apprezzare la straordinaria qualità di tutto il team: ballerini, musicisti e scenografi che gestivano un evento così mastodontico. Un microcosmo pulsante, alimentato da 60.000 cuori all’unisono.

Dopo 46 canzoni e 10 atti, lo show è volto al termine, lasciandomi con la sensazione di aver vissuto un sogno collettivo. Tornando verso la macchina, ho riflettuto su quanto fosse rassicurante sapere che, nonostante il mondo cambi, certe emozioni restano immutate.

Quello a cui ho assistito è stato qualcosa di meraviglioso: un popolo di giovani e meno giovani, riuniti per condividere un frammento della loro vita. Forse è proprio questa capacità di emozionarci che ci dà speranza. Finché ci saranno sentimenti così intensi da celebrare, l’umanità sarà ancora viva, con il cuore e le passioni al centro di tutto.

Articolo a cura di Serena Del Peschio

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